Non ero ancora entrato nel mondo dei podcast quando ho scoperto Indagini di Stefano Nazzi, uno degli audio show più seguiti d’Italia prodotti da Il Post. Un modo diverso di approcciare il True Crime: storie di cronaca del Bel Paese che vengono raccontate evitando la spettacolarizzazione di qualsiasi loro aspetto. Dopo essermi divorato tutte le puntate passate, non mi rimaneva che ringraziare Stefano Nazzi per il lavoro svolto in questi anni acquistando un biglietto per il suo show nei Teatri: Indagini Live.
Due ore filate, senza pause, a raccontare uno dei casi più angoscianti e misteriosi d’Italia davanti ad un Teatro Arcimboldi di Milano gremito per l’occasione. Ed era la quinta serata sold out nello stesso teatro, per un totale quindi di oltre 11500 spettatori solo qui. Un successo clamoroso dimostrato anche dal fatto che se si va sul sito di vendita online di biglietti per eventi più famoso del paese, nella sezione sommario teatro, Indagini Live è sempre il primo show che viene proposto agli utenti, a livello nazionale. Una strage.
Di cosa parla la nuova storia di Indagini Live?
Sono dell’opinione che, chi ama il podcast, dovrebbe presentarsi a Teatro senza minimamente cercare informazioni a riguardo di cosa parla la nuova storia di Indagini Live di Stefano Nazzi. Bisogna andare lì, sedersi, e subirsi semplicemente la sorpresa. Ma questo è un articolo che vuole essere sia un omaggio al giornalista e scrittore, sia una “recensione” di ciò che è stato l’evento del 3 aprile 2025 al TAM.
Come dice il titolo, Indagini Live porta uno dei casi di cronaca nera più importanti del secolo scorso d’Italia. Quello che è effettivamente il primo serial killer italiano: il mostro di Firenze. Di sicuro una delle storie più conosciute dagli amanti del True Crime made in Italy, ma raccontata da Nazzi è sempre un logorante piacere diverso, unico. Non mi dilungherò di certo a parlare del mostro di Firenze, di chi sia secondo me il colpevole, se è uno, se sono tanti, se è roba nostra o se si tratta di un’importazione d’oltreoceano.
Io avevo avuto modo di entrare più nel dettaglio di questa terribile storia l’anno scorso tramite un altro noto podcast in cui veniva evidenziata la teoria della sovrapposizione del mostro di Firenze con il serial killer Zodiac, Nazzi a Teatro, invece, mi ha sbattuto sotto gli occhi (e nelle orecchie) tutto ciò che negli anni ha convinto gli inquirenti a portare avanti la pista Pacciani e compagni di merende. Dove sta la verità? E che ne so io! Io Indagini Live, così come il podcast, lo subisco e basta: ascolto la storia, raccontata con maestria, e rimango sbigottito dai vari dettagli che ogni racconto porta con sé. Non cerco verità, cerco alienazione.

Indagini Live: durata, biglietti, opinioni personali
Lo spettacolo, anche se temo non sia una parola tanto cara al buon Stefano Nazzi quando la si accosta a queste storie, è durato un paio di ore scarse, ma senza pause. Mi ha fatto morire dal ridere il fatto che l’intro, uno dei punti forti del podcast, fosse videoregistrato, ma la sigla fosse live. Per chi conosce il podcast sa benissimo che la sigla di Indagini è un must, impossibile da saltare, ogni volta va ascoltata e ripetuta a memoria come un mantra. E lui l’ha fatta live entrando in scena: mi ha fatto troppo sorridere sta cosa.
Per assistere ad Indagini Live in un posto in platea in quarta fila ho speso poco meno di 40 euro (inclusi gli odiosi ma inevitabili costi di prevendita/prenotazione). Un prezzo tutto sommato onesto visto i tempi che corrono, tenendo in considerazione che in altre posizioni all’interno del Teatro il biglietto sarebbe costato poco meno, ho preferito avere la star della serata il più vicino possibile.
Poi vabbè, lo show a livello visivo non è niente di elaboratissimo: abbiamo Stefano Nazzi al suo leggio, 3 schermi sui quali apparivano varie immagini di reperti e protagonisti dell’epoca, e Stefano Tumiati dietro uno di questi a curare le inconfondibili musiche ed effetti sonori che sono soliti accompagnare il podcast. Qualche gioco di luci, ma insomma, molto semplice. Tanto ci sono il contenuto e l’inconfondibile voce narrante per trasformare il tutto in uno show perfetto!

Un podcast unico, una serata unica
Ci tengo a precisare che ho condiviso la serata con un mio caro amico di gioventù, che ormai incontro raramente. L’avevo traviato con il podcast Indagini qualche mese fa. Anche lui ormai è un super fan di Stefano Nazzi e del suo podcast: non potevamo perderci questa occasione!
Ma cosa rende unico Indagini de Il Post? Come detto in incipit, in primis, la totale assenza di desiderio di spettacolarizzare il fatto di cronaca da parte del narratore. E, in secundis, un narratore d’esperienza che da giornalista navigato di cronaca nera e giudiziaria ne ha viste e sentite di tutti i colori. E l’esperienza di Stefano Nazzi in Indagini (e in Indagini Live) la senti tutta.
Poi l’abilità oratoria di Stefano Nazzi non è da sottovalutare, nonostante credo sia una persona di non moltissime parole, quando ti racconta la storia è ovvio che legga un copione, ma non te lo fa notare quasi mai, a differenza di altri podcaster decisamente meno abili in questo. A me lui è piaciuto fin da subito, fin dal primo ascolto. In ingresso del Teatro c’era anche la bancarella del merchandising di Indagini, tra cui i due libri più famosi di Stefano Nazzi: Il volto del male. Storie di efferati assassini e Canti di guerra. Conflitti, vendette, amori nella Milano degli anni Settanta. Due titoli che sicuramente, appena avrò modo di ritagliarmi del tempo, leggerò con molto interesse!