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Copertina di Elements (2015) - Ludovico Einaudi

Elements – Ludovico Einaudi (2015)

Elements, uscito nel 2015, è l’album più “scientifico” di Ludovico Einaudi. Prevede la collaborazione della Amsterdam Sinfonietta ed è un viaggio nella creazione, nella chimica e nella geometria.

ELEMENTS – Ludovico Einaudi

Progressive e minimalismo: questo è per me Einaudi

La Musica di Ludovico Einaudi viene spesso etichettata come New Age e Contemporanea. Io non lo so, non sono esperto ne dei succitati generi, ne di pianoforte, ne di Musica forgiata in questa sublime maniera. Per me Ludovico Einaudi è il re del Progressive al pianoforte. Mi spiego meglio.

Progressive, nella musica, è un termine che spesso va di pari passo con il genere rock. Eppure può toccare qualsiasi frangia: I Tool (di cui ne parlo in questo articolo), Deadmau5, lo stesso Ludovico Einaudi nella mia mente sono tutti interpreti musicali spinti dal medesimo desiderio di farti viaggiare e riflettere con la mente, ma lo fanno, ovviamente, con strumenti, metodi ed elaborazioni totalmente diverse l’uno dall’altro.

Forse accostare certi nomi al pianista Torinese farà storcere il naso a molti, ma è l’idea che mi sono fatto io. Il Progressive è costante metamorfosi in musica: ti allaccia le scarpe prima di iniziare il cammino, ti sostiene lo zaino quando fai fatica, ti disseta quando decidi di fermarti. E ti riaccompagna a casa quando la gita è finita.

Definire la musica di Ludovico Einaudi è impossibile, ma cercando online la definizione che mi è sempre piaciuta di più è “compositore minimalista“. Infatti basta “poco” al Maestro per comunicarci le emozioni con la sua Musica. Ma quel “poco” è sempre di una precisione maniacale che mette i brividi ad ogni ascolto.

Four Dimensions e Twice: amore a primo ascolto

Se per ogni composizione di Ludovico Einaudi c’è bisogno di qualche ascolto in più per captare ogni volta una diversa sfumatura, ci sono pezzi che lo hanno reso famosissimo a chiunque come Nuvole Bianche o Experience che già dal primo ascolto ti ipnotizzano.

Ed in Elements i brani che fin da subito si conquistano l’attenzione di anima e mente sono Four Dimension e Twice. La prima, riproposta in versione live estesa qua sopra, non ha bisogno di essere commentata in alcun modo, la seconda invece è stata una delle prime tracce che mi hanno fatto appassionare all’artista. Ritmo leggermente ansiogeno, gocciolii ambient, pianoforte ipnotico: chiudo gli occhi e mi sembra di camminare su un sentiero dopo la pioggia, col sole che fa capolino a tratti tra le nuvole che rimangono minacciose ed i pensieri nella testa che rimbalzano qua e là. Il tutto condito da una perfetta geometria di cerchi e triangoli: nuvole, sole ed alberi. Non lo so, qualcosa di onirico.

Liberi di viaggiare: 9

Ripeto, non sono un esperto di questa Musica (ma neanche delle altre a dire il vero), ma i lavori di Ludovico Einaudi pian piano negli anni li ho ascoltati tutti. E li ho quasi tutti su CD originale fisico perché me li voglio ascoltare al massimo della qualità, non compressi malamente sulle varie piattaforme streaming (comodissime, per carità).

Ed ho imparato ad apprezzarlo. Tra l’altro in questo album non si possono non citare anche Petricor, Night e Elements ma tutti i pezzi di Ludovico Einaudi in questo album, e non, meritano di essere ascoltati, contemplati.

Contemplati si, perché è Musica da ascoltare con attenzione. Poi quando si entra nel mood allora può diventare una fidatissima compagna anche da lasciare in sottofondo per mantenere alta la concentrazione mentre si fanno determinati lavori di precisione. C’è a chi il pianoforte di Ludovico Einaudi rilassa e favorisce la calma mentale, a me invece sveglia e mette in moto il cervello. è una sorta di sostanza stupefacente trasposta in Musica. Ad ognuno il suo effetto. Ad ognuno il suo Einaudi.

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