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quale sarà l'alimentazione del futuro

Cibo del futuro: 5 alimenti che mangeremo abitualmente da qui a 20 anni

Quale sarà l’alimentazione del futuro? Ho voluto chiedere a ChatGPT di illuminarmi su quello che potrebbe essere lo scenario del cibo da qui ai prossimi 20 anni. E sì, che vi piaccia o meno l’idea di cacciarveli in una bella insalatona, gli insetti in questo elenco ci sono. Ma perché gli insetti saranno il cibo del futuro? E cosa non si mangerà più nel 2050?

alghe marine cibo del futuro

Alghe marine: non serve acqua dolce per coltivarle, e che apporto proteico!

Le alghe marine, come l’alga Nori, la Spirulina o l’alga Wakame sono già piuttosto utilizzate nelle cucine asiatiche, soprattutto in quella giapponese. Tra l’altro, quelle rare volte che vado al sushi, io adoro iniziare l’abbuffata proprio con una ciotolina di alghe Wakame marinate per aprire lo stomaco. Le alghe marine sono ricche di sali minerali e nutrienti essenziali come lo iodio, il ferro, gli omega-3 e le proteine: un concentrato di toccasana che, effettivamente se pensiamo almeno alla Spirulina, alcuni di noi sono già abituati ad assumere sottoforma di integratore in polvere o capsule.

La motivazione principale per la quale le alghe marine faranno assolutamente parte del cibo del futuro è quella che per essere coltivate non necessitano dell’utilizzo di acqua dolce: un plus non da poco se pensiamo a quanto sempre più stia diventando preziosa per il nostro pianeta.

Si stima che tra 5-10 anni le alghe marine potrebbero diventare un alimento regolare anche sulle tavole occidentali, soprattutto qualora si decida di investire nell’ottimizzazione della loro coltivazione industriale. Un alimento che sicuramente strizza l’occhio ai movimenti green, come del resto tutti gli altri di questo elenco.

Cosa andrà a sostituire questo cibo del futuro? Sicuramente alcuni tipi di verdure coltivate che necessitano di troppa acqua, ma considerando il fatto che la percentuale proteica nelle alghe marine varia da un minimo dell’8% della Kombu ad un massimo di quasi il 70% della Spirulina, si può capire benissimo che andranno ad insidiare anche carne e pesce.

perché gli insetti saranno il cibo del futuro?

Insetti commestibili: è solo una questione di barriera culturale che cadrà col tempo

Oggi gli scaffali dei supermercati sono pieni di prodotti ad alto contenuto di proteine. Perché le persone, negli ultimi anni, amano lo spasmodico consumo di proteine, spesso e volentieri senza neanche capirne il perché. Lo percepiscono semplicemente come “salutare”. Ed è così che quando si trova la barretta proteica con 20g di proteine in offerta si corre subito a comprarla per farne scorta. E pensare che un grillo o una cavalletta sono composti dal 60-70% di proteine, quelli si che sono alimenti high protein!

Non si può parlare di cibo del futuro senza inserire gli insetti commestibili: sono già tra noi, causa di incredibili discussioni che tirano in ballo complotti di ogni tipo sui social media, ma sono ancora esclusivamente di nicchia, almeno qui in Europa. Tra l’altro mi è parso di capire che non costano neanche poco. Belli speziati, salati e fritti nei sacchetti come fossero patatine.

Ho sempre avuto schifo degli insetti, ma crescendo poi ho imparato ad apprezzarli (zanzare a parte). Non vi nascondo che, almeno i grilli, li assaggerei anche. Ma sono felicemente vegetariano (più o meno) da una decina d’anni e non sento il bisogno di cibarmene: sono già un mangia tofu io, ho giocato d’anticipo!

Sta di fatto però che gli insetti commestibili li coltivi/allevi in uno spazio decisamente più contenuto di bovini, suini e pollame. Ed il rapporto proteico è maggiore. E non devi stare a disboscare foreste per farli mangiare. Le persone su questo pianeta sono sempre di più: non si potrà mangiare carne tutti i giorni come si è abituati, bisogna farsene una ragione. Perché non è sostenibile e, prima o poi, non sarà più possibile farlo.

A quel punto inizierà, per forza di cose, la transazione a questo “inquietante” cibo del futuro e, piano piano, anche l’insuperabile barriera culturale culinaria del Bel Paese dovrà lasciare spazio ai tramezzini di larve della farina e salsa rosa. Tempo stimato? 10-15 anni. Siamo cocciuti, ma il destino è segnato.

carne coltivata in laboratorio come alternativa sostenibile per il cibo del futuro

Carne coltivata in laboratorio: cibo del futuro ancora lontano, ma la ricerca spinge per questa soluzione

Altro cibo del futuro che al momento risulta molto controverso è la carne coltivata in laboratorio partendo da cellule di animali esistenti. Una sorta di clonazione dell’animale. E se questa idea “non piace” a buona parte della popolazione, si dovrebbe ragionare sul fatto che tutte le banane che si mangiano comunemente in occidente, così come gli avocado, sono cloni. Solo che ci siamo abituati e non ce ne rendiamo neanche più conto.

Il problema della non sostenibilità degli allevamenti intensivi di animali da macello è palesemente reale, già da diversi anni. Nel cibo del futuro, con il continuo aumentare della popolazione mondiale, le nostre tavole saranno per forza di cose piene zeppe di sostitutivi della carne. E se quelli che già consumano abitualmente vegetariani e vegani non fanno gola ai più testardi carnivori, non resta altro che continuare a proporre la carne animale, ma senza uccidere animali a iosa e riducendo drasticamente l’impatto ambientale con la carne coltivata in laboratorio.

Ci sono già diverse aziende che portano avanti la ricerca e la produzione di questo cibo del futuro ma difficilmente vedremo realizzarsi questa rivoluzione culinaria prima di 15-20 anni da oggi: Good Meat e SuperMeat (specializzate in pollo coltivato in laboratorio), Mosa Meat e Aleph Farms (con focus principale sul manzo), ed infine Upside Foods (che spazia un po’ su tutte le carni che conosciamo).

proteine da funghi e lieviti per cibo proteico più sostenibile

Microproteine vegetali avanzate: il cibo del futuro che è già entrato nelle nostre case

Unconventional Burger di Granarolo e Sensational Burger di Garden Gourmet (Nestlé) sono due tra i prodotti “Fake Meat” che consumo abbastanza spesso e che negli ultimi anni stanno sempre più entrando nelle case di tutti gli italiani, anche non vegetariani e/o vegani. Appena usciti sul mercato sembravano proprio cibo del futuro, ma ormai sono già realtà presente. Perché? Perché sono buoni.

Le microproteine vegetali avanzate utilizzate per questi alimenti derivano principalmente da funghi e lieviti ed offrono un’alternativa proteica completa e perfettamente sostenibile. Basta vedere quanti funghetti sbucano nelle mie fioriere in balcone appena piove un po’. La consistenza che si riesce ad ottenere tramite la loro lavorazione ricorda molto quella della carne, almeno per quanto riguarda il macinato o gli hamburger.

Conosco già parecchie persone che le consumano nonostante seguano una dieta completa, semplicemente perché li trovano di loro gradimento e, spesso e volentieri, anche migliori di alcuni hamburger di carne di medio-bassa qualità. Difatti, se li ficchi in un panino con una foglia di lattuga e una spruzzata di ketchup non ci si discosta poi così tanto da quello che il mondo è solito chiamare hamburger.

L’apporto proteico medio di questi prodotti già in commercio si attesta intorno al 15-20% del totale, leggermente inferiore a quello che troviamo nel manzo o nel pollo. Un cibo del futuro che entro 5 anni avrà sempre più popolarità.

cereali antichi richiedono meno acqua di riso e grano

Cerali antichi: richiedono meno acqua per essere coltivati di riso e grano

Chiudiamo la lista del cibo del futuro con l’alternativa ai cereali che siamo più soliti consumare. Per farvi capire quanto possano essere maggiormente sostenibili le coltivazioni di alcuni cereali antichi vi lascio una tabella comparativa facilmente consultabile:

CerealeAcqua richiesta (l/kg)Risparmio rispetto al granoRisparmio rispetto al riso
Riso3.000-5.000
Grano1.600-2.000
Fonio1.000-2.00010-50%60-80%
Teff1.000-2.0000-50%60-80%
Sorgo500-1.50025-70%70-90%
Amaranto800-1.00040-50%70-85%

Prima di eseguire questa appassionante ricerca Fonio e Teff non li avevo neanche mai sentiti nominare, difatti trattasi di cereali originari del continente africano poco conosciuti qui da noi. Ciò che spaventa a guardare questa tabella, in generale, è la quantità di acqua richiesta per coltivare un kilogrammo di riso.

Se poi però ci riallacciamo al discorso della carne tanto demonizzata nei paragrafi precedenti, c’è da sottolineare che per produrre un kilogrammo di carne di manzo servono 15000 litri di acqua: dalle 3 alle 5 volte tanto quella che serve per il riso, leader in negativo di questa classifica dedicata ai cereali. Io riporto i dati che ho trovato, a voi i pensieri in merito.

Che cosa si mangerà nel 2050? E cosa sparirà dalle nostre tavole?

Se per alghe marine, insetti commestibili, carne di laboratorio e cereali mai sentiti prima la strada del cibo del futuro è in discesa, non lo sarà per altri alimenti che consumiamo spesso: saranno già spariti molto probabilmente il caffè (finché potete, godetevelo con una macchina da espresso seria!), il cioccolato, le banane, il miele e frutti di mare. E rischieranno di avere i lustri contati anche l’avocado, il riso e il vino.

I principali motivi di queste previsioni sul cibo del futuro sono sempre i medesimi: il riscaldamento globale che fa conseguire la variazione del clima nelle zone in cui questi alimenti vengono coltivati e la non più sostenibile quantità di acqua dolce che serve per la loro coltivazione. In parole povere si può facilmente constatare che il problema del cibo del futuro non sono gli insetti di per sé, bensì il motivo per il quale il cibo del futuro saranno gli insetti.

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