Con questa intervista ad un esperto carrozziere voglio provare a portare alla luce dei dettagli su questa professione artigianale. Perché sì, il carrozziere è un artigiano! Entreremo nel suo mondo per saperne di più sul suo lavoro e su come questa attività si è evoluta negli ultimi anni, si sta evolvendo e si evolverà, presumibilmente, nel futuro.
TEMI TRATTATI NELL’INTERVISTA
◾Quando hai iniziato a fare il carrozziere?
◾La giornata tipo di un carrozziere
◾Com’è cambiato il lavoro negli ultimi anni
◾Come si diventa carrozziere
◾Ci si può reinventare carrozziere?
◾Cosa fa nello specifico un carrozziere
◾Cosa non ti piace di questo lavoro?
◾I Robot ruberanno il posto di lavoro?
◾Le carrozzerie indipendenti subiranno la “globalizzazione”?
◾Rifaresti la scelta di diventare carrozziere?
◾Considerazioni personali post intervista
A tu per tu con Cristian, carrozziere da 16 anni.
Quando hai iniziato a fare il carrozziere?
“Ho iniziato a 19 anni, praticamente appena passato un mese da quando mi era stato comunicato che non sarei stato ammesso agli esami per la maturità. Mi sono quindi buttato subito nel mondo del lavoro artigianale, in una mansione come quella del carrozziere che già ai tempi faticava a trovare manodopera, essendo un lavoro molto faticoso e in cui serve avere una buona manualità. Io quella l’ho sempre avuta e, sommandola alla passione per i motori, la scelta fu semplice.”
Com’è la tua giornata tipo?
“Per quanto mi riguarda inizio alle 8:00 e stacco a mezzogiorno. Riprendo alle 14:00 e salvo qualche imprevisto o giornate di lavoro full di solito per le 18:00 mi libero. Non sono obbligatori gli straordinari, ma il lavoro è molto. Quindi se c’è da fermarmi una mezz’oretta in più in officina lo faccio volentieri. Stessa cosa vale per il sabato mattina, di media almeno due al mese li faccio.”
Da quando hai iniziato, è cambiato qualcosa nel tuo lavoro?
“Non molto, la metodologia, bene o male, è sempre la stessa. Certo sono cambiati i prodotti che usiamo, le attrezzature… le autovetture! Quello sì. Ora con l’arrivo delle auto ibride ed elettriche c’è qualche differenza rispetto a prima ma ti aggiorni, automaticamente, lavorandoci sopra. Ad esempio sulle Toyota, ma anche altre auto ibride o elettriche, alcuni procedimenti di lavoro possono cambiare o magari c’è un passaggio in più da fare rispetto che su quelle a motore termico.
Devi essere più cauto nell’utilizzo di certi attrezzi elettrici che usi di solito per evitare di interferire o danneggiare le centraline sottostanti. Ho avuto la fortuna di cambiare diverse officine negli anni ed ho visto diversi colleghi all’opera su svariate casistiche: è un lavoro che si impara sul campo.”
Ci sono ragazzi giovani, oggi, nel 2023, che intraprendono la carriera del carrozziere?
“Fino a qualche anno fa no. Perché i giovani di oggi puntano a fare lavori meno faticosi ma più redditizi. Come tutti i lavori artigianali, è un lavoro tosto. Si pensa che siano lavori solo manuali, ed invece si usa molto anche la testa. Prima ci devi ragionare su, è fondamentale capire come e da dove partire, studiare l’ordine dei passaggi che devi fare e solo dopo ci metti effettivamente mano.
Rispetto a quando ho iniziato io ci sono meno ragazzi, però nell’ultimo anno qualcuno si sta facendo avanti. La mia carrozzeria si è associata ad un istituto professionale della zona e quindi molti ragazzi che fanno lo stage da noi poi vengono assunti.”
Che consigli puoi dare a chi vuole diventare carrozziere? è possibile reinventarsi a 40anni ed iniziare a fare questo lavoro?
“Bisogna aver voglia di lavorare, di imparare, di fare sacrifici. Non è di certo un lavoro dove tutto è rose e fiori. Bisognerà ingoiare più di un rospo. La gavetta è lunga, in Italia c’è ancora questa mentalità e all’inizio sarai sempre trattato in maniera un po’ superficiale da chi è già sul campo da tanto tempo. Però con le nuove leve che crescono forse un po’ questo aspetto sta migliorando. In ogni caso, una volta che hai imparato le basi ed inizi ad ingranare, ti ritrovi tra le mani un lavoro redditizio, soddisfacente e che ti apre le porte a tante opportunità visto la scarsità di manodopera.
Ma non lo vedo come potenziale opportunità di reinventarsi in là con l’età. Secondo me è una professione che per forza di cose inizi ad imparare da giovane e ad una certa età dovresti avere già parecchia esperienza.”
Raccontaci un po’ il carrozziere cosa fa esattamente… cosa ti piace di più?
“Ci sono diverse mansioni per chi lavora in una carrozzeria. C’è la verniciatura, dove si preparano le macchine, si gratta lo stucco, si gratta il fondo (l’antiruggine). Poi c’è la lucidatura, che è la parte di rifinitura finale. La lattoneria, invece, verte intorno a tutto ciò che riguarda lo smontaggio, il raddrizzamento e il rimontaggio della carrozzeria (inclusi i pezzi di ricambio). In questa fase può addirittura capitare, nei casi di danni più complessi, di tagliare, rimodellare e saldare intere parti della carrozzeria di una vettura: un po’ come coi Lego!
Sempre per quanto riguarda la lattoneria, con l’ausilio dei computer, stampi le misure della scocca dell’auto e poi col ponte dima, inserendo le misurazioni corrette, vedi quanto è storta la carrozzeria e agisci di conseguenza con i vari attrezzi del mestiere. E a me queste cose affascinano: vedi arrivare un’auto distrutta e dopo aver analizzato cosa è riparabile e cosa è da sostituire, ti metti all’opera e la riporti alla sua forma iniziale, come appena uscita dal concessionario! Sicuramente questa è la parte che preferisco del mio lavoro.”
E cosa ti piace meno?
“La lucidatura. Perché per quanto mi riguarda è un lavoro piuttosto ripetitivo e abbastanza noioso. In carrozzeria è un po’ come in una catena di montaggio. E quando devi lucidare dipende tanto dal lavoro che il verniciatore ha fatto in precedenza. Se è stato bravo e te l’ha verniciata bene, tirando bene la vernice in maniera omogenea, non hai da star lì chissà quanto tempo ad impazzire con la carta fine o ad opacizzare la vernice. Se invece il lavoro è stato fatto male perdi un sacco di tempo per arrivare ad ottenere un ottimo risultato. E il tempo è denaro ovunque, anche in carrozzeria.”
Temi che, in un futuro non troppo lontano, i robot possano un po’ tarpare le ali alla figura del carrozziere?
“Nel mondo auto i robot ci sono già da tempo. Basti pensare all’assemblaggio delle automobili stesse, praticamente è tutto fatto con i robot. E sicuramente, nel mondo della carrozzeria, possono andare ad impensierire quello che riguarda la fase di verniciatura: sicuramente un robot programmato a dovere può fare meglio di un verniciatore di media bravura. Se invece un verniciatore è bravo bisognerà vedere i costi. Non è detto che convenga mantenere un robot che si occupi di verniciatura rispetto alla manodopera di un ottimo professionista.
Il discorso cambia per quanto riguarda la lattoneria. è più difficile, anche perché già ora è una mansione che sta un po’ faticando. Nel senso… spesso e volentieri, in caso di un incidente importante, alle persone conviene cambiare completamente l’auto. Rimangono dunque scoperti tutti quegli interventi meno invasivi, ma che sono all’ordine del giorno, che per ora non sono minacciati da una potenziale futura sostituzione robotica. Anche perché con la crisi dei materiali di questi anni, in generale, dove si può recuperare, si cerca sempre di farlo.”
Secondo te, può essere che in futuro le piccole realtà come le carrozzerie indipendenti possano venire inglobate in proprietà di grandi gruppi, magari dai produttori di auto stessi, diventando carrozzerie monomarca? Una sorta di “globalizzazione” del settore, per intenderci…
“Esistono già, più o meno, realtà di questo tipo. Carrozzerie affiliate con i produttori di automobili. Poi che il lavoro venga fatto meglio che in una carrozzeria generica è un altro discorso. Anche a livello economico, per il cliente, non è detto che convenga. Il rischio potrebbe esserci, ma non saprei. Un domani l’auto sarà un bene di lusso ed il settore è in perenne ricerca di nuove soluzioni più green che non sempre condivido. Tutto dipenderà da chi prenderà in mano il business delle automobili del futuro, probabilmente sarà lui a cambiare le regole del gioco.”
Potendo tornare indietro a 16 anni fa, rifaresti la scelta di diventare carrozziere?
“Non lo so. è vero che fin da bambino io sono sempre stato portato alle mansioni manuali, però sta di fatto che si tratta di un lavoro molto faticoso. Quello del carrozziere è un lavoro usurante. Quando esci dalle scuole medie vieni malamente indirizzato e vai a fare una scuola superiore in base a quanta voglia hai di studiare, ed è sbagliato. Non hai le idee ben chiare di quello che c’è fuori. Ed io ho finito per seguire le orme di mio papà, anche lui carrozziere.
Oggi probabilmente darei più peso allo studio, perché crescendo capisci molte più cose e ti ci appassioni. Ma non rinnego nulla del mio lavoro. Mi sta dando tante soddisfazioni e io ho imparato, e sto continuando ad imparare, un’arte manuale che mi ha permesso, anche nella vita privata, di raggiungere obiettivi che sembravano potessero essere solo sogni.”
Le mie considerazioni
Da questa chiacchierata con Cristian mi porto a casa una panoramica decisamente più dettagliata su quello che fa il carrozziere. L’auto, nella vita di una persona, è spesso il secondo bene proprietario più importante e conoscere più da vicino l’arte di chi fa si che sia sempre in ordine esteticamente è sicuramente interessante.
Ma anche i pensieri di chi è del settore su tematiche che probabilmente stravolgeranno le nostre abitudini future mi affascinano. In tanti settori ci sarà il bisogno di reinventarsi lavorativamente, perché il futuro lo abbiamo alle calcagna. E se un robot verniciatore privato ora è assolutamente troppo caro, se la domanda in futuro aumenterà, i costi si abbasseranno drasticamente e nei prossimi 10 anni potrebbe non essere così proibitivo possederne uno. I prezzi della tecnologia sono sempre stati così. Pensate al vostro televisore in salotto quanto vale oggi e quanto costava 5 anni fa.
Se, oltre al repentino calo dei prezzi delle nuove tecnologie in base alla domanda di mercato, incrociamo il fatto che sempre più grandi gruppi ricchissimi si mangiano le piccole imprese il dado è tratto. Il prezzo di un robot è X? Quanto sconto mi fai se te ne ordino 1000 di robot? Il piccolo imprenditore potrebbe già vacillare davanti all’acquisto di un robot. Il colosso multinazionale, invece, non avrà problemi ad ordinarne 1000. Pensateci.
Se ti è piaciuto questo contenuto e sei amante dei viaggi potrebbe interessarti dare un’occhiata anche a questa intervista!