Orfani di Baba Voss? Ecco che torna Jason Momoa su Apple TV+ e lo fa raccontando la storia delle sue isole Hawaii impersonando il suo solito personaggio: astuto, dall’animo buono, violento come una bestia quando c’è da esserlo. Chief of War è una Serie TV disponibile in streaming on demand sulla piattaforma della mela e i 9 episodi della prima stagione ci regalano avventura, storia, cultura e cruenta violenza.

Trama avvincente, un po’ incasinata da seguire in tutti i dettagli
Ho trovato interessantissima la storia che racconta Chief of War, basata su fatti storici realmente accaduti, anche se ovviamente le libertà narrative che gli autori si sono prese sono particolarmente romanzate a favore del piccolo schermo. Non conoscevo minimamente la storia delle Hawaii e dopo aver visto la prima stagione ho capito sicuramente che se le davano come dei matti: infatti la storia è un po’ un casino da seguire nei dettagli per via dei nomi dei personaggi e della lingua nativa hawaiana. Ma mica possiamo fargliene una colpa.
Però la storia è figa e sul piccolo schermo funziona. Ha saputo intrattenermi alla grande e a farmi conoscere qualcosa di nuovo. Ka’iana, ad esempio, è un personaggio noto che è effettivamente vissuto e che cambiò schieramento nelle due fazioni. Però mi fermo qui a cercare notizie su di lui perché temo che mi possa spoilerare ciò che succederà nelle prossime stagioni dello show.

Gli show bilingue sono furbi: ti tengono incollato
Se Chief of War fosse stata tutta nella lingua originale delle Hawaii sarebbe stata un po’ pesantina da seguire. Fortunatamente ad una certa iniziano a parlare in inglese (doppiato) e le tue orecchie ringraziano. Poi però non capisco perché parlino sempre più spesso nella lingua degli stranieri che nella loro, anche se ad una certa dicono che è per non farsi capire dalle spie. Però, boh.
Sono furbi gli show come Chief of War, perché sei obbligato a leggere i sottotitoli o non capisci ovviamente un tubo. E questa cosa ti tiene perennemente incollato allo schermo. Ma in ogni caso questa prima stagione non è particolarmente lenta, forse non velocissima nel ritmo narrativo, ma non annoia quasi mai. Un po’ come in Pachinko, altra serie bilingue, il ritmo è corretto. Forse un po’ nel finale si poteva accelerare di più ma si stava creando hype per l’episodio di chiusura. E l’episodio di chiusura non delude le aspettative, quindi va bene così.

Un po’ meno teatrale ed era ottima
Ecco, l’episodio finale è fighissimo ma alcune cose, a livello cinematografico, potevano essere fatte meglio. In primis un po’ di teatralità in meno, e un po’ più di realismo non avrebbe fatto male. I vulcani che eruttano mentre inizia la battaglia è proprio una tamarrata. Ma dove c’è Jason Momoa c’è per forza un po’ di extra dose di tamarraggine prima o poi.
Ma se ripenso a See dove tutti erano ciechi, ecco, erano più credibili quelle battaglie e ho detto tutto. Però lo show è figo eh. Sto semplicemente cercando il pelo nell’uovo. Scenografie, costumi (alta dose di chiappe al vento), regia: tutto più che buono in Chief of War! E anche il cast non è mica male: oltre a Jason Momoa troviamo Cliff Curtis e Temuera Morrison che ne hanno di pellicole alle spalle. E nei panni di Heke c’è Mainei Kinimaka, che interpretava Belu sempre in See.

Bentornato Jason!
È corretto e non è corretto fare il paragone con uno dei migliori show di Apple TV+: Chief of War non è See però Ka’iana e Baba Voss si somigliano parecchio, e non solo fisicamente visto che è sempre Jason Momoa.
Chief of War prende in prestito tanta violenza, tanta crudeltà, tanta passione: e lo fa per raccontare una storia vera che altrimenti forse in pochi si sarebbero effettivamente cagati più di tanto. Cioè capitemi: se mi propini un documentario sulla storia delle Hawaii magari lo guardo anche, ma, se ho scelta, forse guardo altro.
Però se il personaggio principale lo fai interpretare a Jason Momoa (che tra l’altro è ideatore e sviluppatore della serie), gli metti attorno gente che si prende a pugni in faccia per staccarsi i denti, un po’ di storia d’amore, un po’ di effetti speciali, qualche testa maciullata dai massi e qualche gola tagliata da spade fatte coi denti di animali… è ovvio che allarghi potenzialmente il pubblico di riferimento.
E come già detto, forse, si poteva dosare un pochettino di più il lato romanzato: giusto per evitare di non oltrepassare la sottile linea del “pericolo cafonata”. Però tutto sommato ci sta. Chief of War non è un capolavoro, ma neanche uno show da evitare: anzi io ve lo consiglio!
by lucazacchello.com