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Copertina Campi di Popcorn - Gianluca Grignani 1998

Campi di Popcorn – Gianluca Grignani (1998)

Campi di Popcorn è il terzo album in studio di Gianluca Grignani. Quando si parla del passato musicale più complesso del cantautore milanese si è soliti citare La Fabbrica di Plastica (1996). In questo articolo, invece, voglio farvi riscoprire l’album successivo, l’album più psichedelico del Joker.

CAMPI DI POPCORN – Gianluca Grignani

Un disco complesso, come Gianluca

Chi può vantare un esordio nella scena musicale italiana con un album che contiene 3 pugnalate al cuore come Destinazione Paradiso, La Mia Storia tra le Dita e Falco a Metà? Ma ne parlerò sicuramente in futuro. Campi di Popcorn è l’ultimo album di quella magica triade dei dischi di esordio di Gianluca Grignani. Magici, perché unici. Post esordio, tra il ’96 e il ’98 il Joker sforna due album atipici per la musica Italiana. Che però forse non incontrano, particolarmente, i gusti delle ragazzine e delle mamme conquistate con Destinazione Paradiso nel 1995.

Album che però incontrano i gusti di chi dalla musica non cerca semplicemente il bel ritornello e l’orecchiabilità delle melodie più semplici. Incontrano i gusti di chi cerca emozioni, le sperimentazioni strumentali, le idee innovative che siano esse più o meno riuscite. Incontrano i gusti di chi ha coraggio, quel coraggio che, a Gianluca, purtroppo verrà, probabilmente, un po’ meno negli anni seguenti. Campi di Popcorn ti rinchiude in un mondo fatto di allucinazioni, deliri e sofferenza. Riflessioni, paure e sdoppiamento della personalità.

campi di popcorn

Quale può essere il significato di Campi di Popcorn?

Ne ho lette di ogni. Ognuno cerca di trovare le risposte che vuole, in base alle proprie esperienze di vita vissuta, in base alle supposizioni più strampalate. Grignani nella sua autobiografia dichiara di non essersi mai drogato, ma diciamo che il Candyman che vende stelle di cui si parla nell’album ha tutte le sembianze di uno spacciatore. E utilizzando questa chiave di lettura è anche più facile leggere tra le righe di versi come “Quando partirò andrò lontano, senza problemi e rischi, qui seduto sul mio divano” o “lascerebbe nel mio orto crescere anche quelle piante che non vengono su bene” quando si rivolge al suo Dio Privato.

Cioè inutile girarci troppo intorno. In questo album il cantautore milanese parla di allucinogeni e lo fa neanche troppo velatamente. Ma non sono mica qui per giudicare, anzi. Se dovessi giudicare direi che come Grignani dipinge in Campi di Popcorn uno spacciatore è poesia pura. Si può fare poesia su una figura del genere? Si può fare poesia su una figura del genere. Se sei forte. Se sei un artista con i controfiocchi.

The Joker o semplicemente Gianluca Grignani: 8.5

I brani cult e pieni di emozioni in questo album non mancano: Baby Revolution, il singolo più importante, la Title Track, le due già citate sopra, ma anche La Canzone, Dalla Cucina Al Soggiorno, Buongiorno Guerra. è un gran bell’album, traccia dopo traccia sa accompagnarti in questo mondo distorto con uno stile unico. Ma il soprannome Joker, che lo accompagnerà fino ad oggi, Gianluca se lo guadagna in chiusura di questo disco.

Se da Joker si era vestito nel video de La Fabbrica di Plastica, in questa traccia ha voluto ribadirne il concetto. Il suo tormento lo manifesta tutto, senza tanti giri di parole. Una persona piena di conflitti interiori, capace di essere prima dolce e poi stronzo nel giro di due minuti. Un tormento che purtroppo non si esprimerà più negli stessi termini di Campi di Popcorn nel resto della carriera dell’artista che sarà fatta di alti e bassi. Tutti ti dicono “cosa potevi essere se continuavi a scrivere questi pezzi”. Io ti dico grazie, per averli scritti.

2 commenti su “Campi di Popcorn – Gianluca Grignani (1998)”

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