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copertina album Una Nave In Una Foresta dei Subsonica (2014)

Una Nave In Una Foresta – Subsonica (2014) + Quella volta che “intervistai” Boosta

Una Nave In Una Foresta è il settimo album in studio del gruppo torinese Subsonica. Qui ne parlo e vi racconto anche di quella volta che ho intervistato Boosta.

UNA NAVE IN UNA FORESTA – Subsonica

Subsonica: li conoscono tutti, ma non a sufficienza

Chi non ha mai sentito parlare dei Subsonica? Chiunque. Chi non conosce Tutti I Miei Sbagli, Nuova Ossessione oppure Incantevole? Suvvia. Eppure reputo i Subsonica la band italiana più sottovalutata di sempre. Perché oltre ai pezzi che tutti conoscono c’è un’intera discografia meno conosciuta a fin troppe persone. Ho letto alcune recensioni online su Una Nave In Una Foresta da parte della “critica” prima di dire la mia, per trovare lo spunto giusto e parlare di un album, che adoro, uscito ormai 9 anni fa. In questo album c’è uno dei miei pezzi preferiti dell’intera discografia della band alternative rock-elettronica (quanto sono riduttive queste etichette!) dei Subsonica e nessuno l’ha menzionato. Questa cosa mi spezza.

L’intervista a Boosta

Era il 2009, avevo 19 anni, e collaboravo con una testata giornalistica online della mia provincia. Fui invitato dal proprietario di un noto locale del posto perché quella sera si sarebbe esibito Davide Dileo (Boosta) in una performance da solista. Era già nell’aria un po’ il dileguarsi dei componenti della storica band, ognuno con i suoi progetti artistici paralleli.

Oggi a Boosta farei domande totalmente diverse, ma ero un pischello e mi limitai a domande di rito, tra l’altro mentre stava cenando. Chiamarla intervista è un parolone. Nel locale c’era la musica, il vociare dei clienti, lui rispondeva alla mia banale interrogazione intervallando il suo sguardo tra me e quello che stava mangiando. Ma probabilmente si stava mangiando anche il mio cervello.

Attenzione, Davide è stato rispettosissimo del bamboccio che aveva davanti, non sto dicendo il contrario, fu un vero Signore. Sì è vero, stava mangiando, ma d’altronde quel momento lì aveva per parlare e a me andava benissimo così.

una nave in una foresta recensione


Dieci, massimo quindici minuti durò il mio faccia a faccia con Boosta, ma furono sufficienti per farmi capire che era un artista in tutto e per tutto. Se mi chiedete per filo e per segno cosa mi disse non me lo ricordo, sono passati parecchi anni e l’intervista purtroppo è andata in malora come il sito per cui lavoravo. Quindi posso solo portare con me la sensazione che ebbi durante e dopo aver parlato con lui: un alieno. Sembrava di parlare con un poeta maledetto.

Non mi era chiaro se volesse mettermi in difficoltà o se era semplicemente fatto così. La sintassi delle sue risposte era estremamente complessa, articolata, ma le idee ben chiare. Ne uscii frastornato. Ma una cosa avevo capito, una delle anime dei Subsonica era ancor più allucinogena di quel che possono lasciare trapelare i brani che scrivono. E dubito fortemente che gli altri componenti della band siano da meno. Da quel giorno mi fu ben chiaro: i Subsonica sono alieni.

Si ma com’è l’Album Una Nave In Una Foresta?

A me Una Nave In Una Foresta piace tantissimo. Parte a cannone con la title track, molto introspettiva e con un sound unico che solo i Subsonica riescono a riprodurre. Altri pezzi degni di nota sono il primo singolo estratto Lazzaro, il secondo singolo Di Domenica, stupendo, che è tra l’altro la traccia più streammata dell’album su Spotify.

Ma assolutamente non posso non menzionare I Cerchi Degli Alberi e Licantropia, due chicche passate in secondo piano alla massa degli ascoltatori meno affezionati. Ma come lasciato intendere ad inizio articolo, la mia preferita è un’altra.

Il Terzo Paradiso

Questo pezzo non se lo fila nessuno. Neanche lo menzionano le recensioni della “critica”. E questa cosa non mi va giù. La voce di Samuel si mischia alla perfezione con la narrazione di Michelangelo Pistoletto. La musica Di Boosta e Max Casacci è un insieme di delicate sonorità elettroniche, beat reggae, un climax ascendente di effetti psichedelici. E poi il testo: poesia introspettiva, decadente, profonda. Chiudi gli occhi, ascoltati questo pezzo e poi dimmi come ne esci.

Come un fiore in una tempesta: 7.5

Una Nave In Una Foresta è un album che torno spesso e volentieri ad ascoltare quando ho voglia di ascoltarmi un bell’album dei Subsonica, alla faccia dei puristi che “eh ma i primi Subsonica erano un’altra cosa”. Sì, ci sta che gli artisti agli albori, soprattutto nel rock, siano sempre più aggressivi, più diretti. Un altro esempio sono i Thirty Seconds to Mars che hanno cambiato totalmente rotta negli ultimi anni, eppure l’ultimo album sto riuscendo ad apprezzarlo.

Gli artisti evolvono. No, non si “ammosciano” come spesso e volentieri osate apostrofare. Evolvono, ed è diverso. Diventano più maturi, cercano di non snaturarsi ma di trovare nuove strade, spesso più docili di quelle percorse in precedenza. Strade che si lasciano guidare meno forte, per godersi il viaggio. Strade che, comunque, non si lasciano dimenticare.

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